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Foto in bianco e nero di Pierluigi Ghianda

I Grandi Maestri | Pierluigi Ghianda

Pierluigi Ghianda (Bovisio Masciago, 29 dicembre 1926 – 9 giugno 2015)

Pierluigi Ghianda, figlio d’arte, il padre Iginio e il nonno lavoravano con il legno, ha vissuto e lavorato “uscio e bottega” a Bovisio Masciago, nella casa con annesso laboratorio e deposito legname progettati dall’architetto Gianfranco Frattini. Amava la compagnia degli amici, la buona tavola, la moglie e collaboratrice Francesca e le tre figlie. Aperto e conviviale aveva fatto il giro del mondo esplorando le foreste pluviali alla ricerca di legni rari e pregiati. Possedeva un’innata capacità di capire il legno, materia viva da toccare e osservare con molta attenzione: perché necessario stabilire un rapporto fisico con il materiale e anche un dialogo. 

Al lavoro nella sua bottega di Bovisio

Passava la cera sul cipresso senza verniciarlo, per mantenerne intatto nei decenni il profumo, diceva che il Cocobolo (legno duro tropicale degli alberi dell’America centrale) “lo devi toccare spesso, perché il grasso della pelle lo rende morbido come la seta”. Quando costruiva uno sgabello, per esempio, usava pezzi di legno provenienti dallo stesso tronco, in modo che avendo la stessa stagionatura il colore fosse uguale tra le varie parti. Il “poeta del legno”, ha sempre considerato sé stesso un uomo di bottega, un falegname.

La bottega Ghianda

Aveva iniziato da apprendista nella bottega di famiglia a Bovisio Masciago, per diventare uno dei nomi più noti e famosi al mondo dell’arte dell’ebanisteria. Incastri, dai più semplici ai più complessi, come il tavolo Kyoto, esposto al MoMa di New York: generato da 1705 incastri e una texture di 1600 fori quadrati su cui giocano luci ed ombre, il tavolo Kyoto diventa il suo capolavoro.

Pierluigi Ghianda mentre lavora

Il “Ghianda” richiesto dalle aziende più prestigiose (Hermès, Rolex, Knoll, Rosenthal, ClassiCon, Dior, Memphis, Rochas, Pomellato, De Padova, Loro Piana, Thomas) ha collaborato con i designers contemporanei più famosi (Aulenti, Bellini, Frattini, Max Bill, Boeri, i Castiglioni, Sottsass, i Vignelli, Monzini, Raggi e Puppa, Sapper, Eileen Gray, i Noorda, Barokas, Cibic, Slegten & Toegemann). All’occasione nascondeva negli arredi piccole sorgenti luminose.

Incontro tra Ghianda e Marco Petrucci

In oltre settant’anni di carriera ha operato con quell’entusiasmo e quell’amore che hanno fatto di lui un ebanista d’antico stampo, paragonabile solo ai grandi maestri del passato. Lo contraddistingueva il profondo rispetto che manifestava verso il legno, la sua sapiente conoscenza di questa materia viva. 

Utilizzava sia essenze pregiate come il bois de rose e l’ebano, sia il più comune legno di pero. Firmava il suo stile con la precisione della lavorazione, perché ogni materiale, se ben lavorato, diventa prezioso, così affermava. La maestria senza pari dell’artigiano ha consentito ai progettisti, di dare forma concreta alle idee, dall’intuizione all’esecuzione, nasceva il “Made in Italy” negli anni 60/70. 

Foto di Pierluigi Ghianda di Fabrizio Delmati

Un giorno un ingegnere, mentre girava per la sua bottega parlando di lavoro gli disse: “Con le macchine che costruiscono oggi, i suoi oggetti possono essere intagliati in cinque minuti”. Lui gli rispose: “Quando faranno delle macchine con dei polpastrelli che sentono come le dita e con degli occhi che vedono come i nostri, allora ne comprerò 10. Ma fino a quel momento, che nessuno mi venga a raccontare che le macchine funzionano meglio di un uomo per la lavorazione del legno!”

Foto di Pierluigi Ghianda di Emanuele Zamponi

Documentari

L’uomo che firma il legno, una produzione Studiolabo, in collaborazione con Patrizio Saccò e Bottega Ghianda, con interventi di: Gae Aulenti, Luca Bergo, Cini Boeri, Piero Castiglioni, Aldo Cibic, Philippe Daverio, Marco Zanini, 2012

Il mestiere del padre di Mauro Donzella, Milano, Centro sperimentale di Cinematografia Italiana, 2018

Onorificenze

Conferimento di onorificenze dell’ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” (1/6/2001)

Le sue collezioni si possono trovare:

– Palazzo Grassi a Venezia
– Teatro Rossini a Pesaro
– Museo D’Orsay a Parigi
– MoMA a New York

 

Articoli

Roberta Sironi, Bottega Ghianda, Immersi negli oggetti, in Doppiozero.com, 2016
https://www.doppiozero.com/materiali/ars/essenze-gli-oggetti-di-pierluigi-ghianda-tra-patine-e-nodi

Marco Sironi, Pierluigi Ghianda: del tempo interstiziale, in Doppiozero.com, 2016
https://www.doppiozero.com/materiali/pierluigi-ghianda-del-tempo-interstiziale

Un ringraziamento particolare alla figlia di Pierluigi Ghianda, Beatrice che ha permesso la pubblicazione dell’articolo e ci ha concesso delle immagini di repertorio.

Bibliografia:
(1) Colonetti A., Pierluigi Ghianda. La bottega come simposio, Missaglia, Bellavite, 2016
(2) Bergo L., Pierluigi Ghianda, Milano, Continents Editions, 2006

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