I lavori dell’ attuale Palazzo del Quirinale iniziarono nel 1574 con la ristrutturazione della villa allora proprietà del cardinale Ippolito d’Este, commissionati da Papa Gregorio XIII, che voleva costruire una residenza papale sul colle. I lavori furono completati sotto il pontificato di Clemente XII (1730-1740); dopo l’età napoleonica, l’edificio divenne nel 1879 la residenza dei re d’Italia e nel 1948 il Palazzo Presidenziale per la neonata Repubblica Italiana. Fino a ottobre 2014 il Quirinale era il più grande tra i palazzi presidenziali del mondo.
La sala dei Corazzieri è l’ambiente più ampio e solenne del palazzo, sede di molte importanti cerimonie e udienze del Capo dello Stato. Sono di quell’epoca il maestoso soffitto ligneo che al centro presenta decorazioni in oro su fondo blu opera di Carlo Maderno, con lo stemma reale installato nel 1870 e il pavimento in marmi di più colori che ne rispecchia il disegno geometrico. Del ‘600 sono anche i portali in marmo e il monumentale doppio portale d’accesso alla Cappella Paolina. L ’ambiente è interamente decorato da affreschi di Annibale Duranti. Il parato di arazzi settecenteschi che riveste le pareti fa parte di due distinte serie: la prima, francese, è dedicata alle Storie di Psiche, mentre l’altra, in parte francese e in parte napoletana, illustra le vicende di Don Chisciotte.
Il progetto illuminotecnico di Piero Castiglioni è parte integrante del progetto di rinnovo complessivo della sala, curato (per quanto riguarda l’allestimento del 1997) da Gae Aulenti. L’architetto della luce e la signora dell’architettura collaborano a molteplici progetti di prestigio tra i quali il Musée d’Orsay. L’intervento doveva coniugare il rispetto per il notevole prestigio architettonico ed artistico dell’ambiente con l’esigenza di adeguare gli impianti alle necessità imposte dalle crescenti occasioni d’uso della sala. Occorreva restituire la migliore percezione degli affreschi e delle decorazioni del soffitto ligneo, valorizzate dal nuovo rivestimento in cuoio delle pareti, e nello stesso tempo realizzare un impianto tecnologicamente avanzato, di semplice gestione, flessibile nelle possibilità di impiego. Di qui la scelta di predisporre due sistemi di illuminazione: l’uno fisso inserito nella cornice perimetrale per l’illuminazione delle pareti e del plafone, l’altro mobile costituito da sei apparecchi da terra da collocare in occasione di conferenze o eventi particolari. Non solo gli apparecchi collocati nella cornice sono totalmente occultati alla vista, ma l’opportuno incrocio delle direzioni di puntamento nascondono la provenienza stessa dei fasci di emissione garantendo la completa omogeneità nell’illuminazione delle pareti affrescate e del soffitto. L’altezza degli apparecchi da terra, la cui finitura riproduce il colore delle pareti, permette l’adeguata illuminazione sia della platea che del banco conferenze in totale assenza di abbagliamento ed in continuità con l’immagine complessiva dell’allestimento. Particolare attenzione è stata rivolta ai livelli di illuminamento sui piani verticali, per il comfort visivo degli oratori e del pubblico ed in previsione della possibilità di riprese televisive.
L’Architetto Piero Castiglioni ha realizzato altri progetto con situazioni storico – architettoniche altamente vincolanti come la Sala dei Mesi a Palazzo Schifanoia a Ferrara.
Progetto:
Lighting Design Piero Castiglioni
Foto Courtesy:
Piero Castiglioni
Anno:
1997
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Museo d'Orsay, l'architettura diventa un grande dispositivo di illuminazione, i riflessi delle lampade su pareti e soffitti creano una luce uniforme senza ombre. Gruppi di proiettori a Palazzo Grassi ricordano un piccolo campo da calcio. Qui nasce un nuovo tipo di dispositivo di illuminazione, lampade con riflettore e supporto articolato danno vita al "Cestello". Spas Na Krovi è il perfezionamento del progetto di Mantova. L'aggregazione dei fasci di luce consente la riduzione delle dimensioni del dispositivo e il controllo di dispersione della luce.