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Vittorio Gregotti

I Grandi Maestri | Vittorio Gregotti

Vittorio Gregotti (autoritratto)

Nasce a Novara nel 1927 da una famiglia di industriali tessili dal 1870. Consegue il diploma di maturità classica come tutti i figli di buona borghesia. Segue la sua passione per la musica frequentando il conservatorio. La musica porta a riflettere sull’architettura “Perché musica e architettura sono due cose molto vicine, sono tutte e due delle parti che sono molto comunicative ma poco informative, che non sono descrittive”. (1) Ha la fortuna di avere dei genitori che gli danno la possibilità di viaggiare e questo gli permette di acquisire delle esperienze diverse. Racconta che Elio Vittorini l’ha viziato invitandolo a parlare sempre più con i letterati, filosofi, giornalisti che non con i colleghi architetti. È stato amico di Emilio Tadini, Picasso, Salvador Dalì, Umberto Eco e Luciano Boerio. Nel 1951 partecipa a Hoddesdon al convegno dei Ciam, il Comitato internazionale per l’architettura moderna al quale erano presenti Le Corbusier e Gropius, di quest’ultimo ha una lettera incorniciata appesa nel suo studio. Questi incontri sono una svolta per la sua professione. Durante gli anni universitari Vittorio Gregotti insieme a Gae Aulenti sono assistenti a Ernesto Nathan Rogers.  Si laurea in architettura nel 1952 al Politecnico di Milano ed entra nello studio BBPR con quello che considererà per sempre il suo maestro, Ernesto Nathan Rogers, con lui nel 1951, firma la prima sala alla Triennale di Milano che lo porta al CIAM di Londra.

1980 – Veduta dalle finestre della casa Londinese – Vittorio Gregotti

(1980 – Veduta dalle finestre della casa Londinese – Vittorio Gregotti)

Dal 1953 al 1955 è redattore di Casabella. In un’intervista per Rai Educational Vittorio Gregotti racconta:

“Negli anni proprio di Casabella, tra il ’53 e il ’63-’65, è il periodo di grande successo internazionale del disegno industriale italiano. In questo periodo nascono tutti i grandi designer, da Sottsass a Magistretti, a Castiglioni, a Zanuso, cioè una quantità notevole di personaggi che si infilano proprio in questa cultura specialissima, che ha un’origine di carattere architettonico e che dall’architettura si muove verso il design industriale. Mentre, invece, in tutta Europa il problema è che il disegno industriale si specializza, diventa una professione separata da quella dell’architetto. Ed è forse, invece, in questa specie di unione tra i due elementi che troviamo il segreto del successo italiano negli anni Sessanta” (2).

Dal 1953 al 1969 collabora con Lodovico Meneghetti e Giotto Stoppino. Lo studio Architetti Associati fu un importante punto di riferimento della cultura nazionale e della critica architettonica più attenta.

Sono attivi nei campi di architettura, urbanistica, arredamento e design. Nel 1967 progettano per Arteluce, la lampada “Equilibrium table lamp” modello 537, una minuta lampada da tavolo basculante, oggi presente alla collezione permanente del MoMA di New York insieme alla lampada da terra modello 1008 del 1966.

Gregotti sostiene di avere un’origine più vicina alla cultura industriale che a quella delle arti decorative. Nella sua carriera di light designer italiano produce.

1967 - Lampada da tavolo “Equilibrium table lamp” modello 537 per Arteluce – Gregotti, Meneghetti e Stoppini

(1967 – Lampada da tavolo “Equilibrium table lamp” modello 537 per Arteluce – Gregotti, Meneghetti e Stoppini)

1960 - Lampada da tavolo “Bino” per Candle – Gregotti, Meneghetti e Stoppini

(1960 – Lampada da tavolo “Bino” per Candle – Gregotti, Meneghetti e Stoppini)

La lampada Shin, progettata da Vittorio Gregotti
Amalasunta, lampada da terra di Vittorio Gregotti

(1970 – Lampada da terra “Shin” – Vittorio Gregotti) – (1971) – Lampada da Terra “Amalasunta” per Bilumen – Vittorio Gregotti)

  • 1960 – Lampada da terra “2051” per Arteluce – Gregotti, Meneghetti e Stoppini
  • 1975 – Lampada da terra “Tricia” per Valenti Luce – Vittorio Gregotti
  • 1980 – Lampada da tavolo “Figura” per FontanaArte – Gregotti Associati
  • 1988 – Lampada da terra “Nuova segno tre” per FontanaArte – Gregotti Associati – Pierluigi Cerri
  • 1993 – Lampada da terra, da tavolo, applique “Sara” per FontanaArte – Gregotti Associati – Pierluigi Cerri

Nel 1974 fonda la Gregotti Associati dove entrano in qualità di soci i più giovani architetti Pierluigi Cerri, Pierluigi Nicolin, il giapponese Hiromichi Matsui e l’argentino Bruno Viganò. La scommessa era di promuovere uno studio di progettazione in grado di affrontare con unitarietà metodologica e professionale i diversi campi disciplinari. “La ricerca della regola” è un obiettivo che lo studio applica alle diverse scale progettuali al fine di un progetto integrale.

Il rapporto professionale e personale nato con Livio Castiglioni (1911-1979) porta alle prime collaborazioni per i progetti di illuminazione: si ricordano Missoni Boutique a Bilbao, Marisa Boutique a Milano e la mostra della “Carrozzeria Italiana” Palazzo Promotrice a Torino.

Come sosteneva Le Corbusier “L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce.” Il rapporto tra architettura, luce diurna e illuminazione architetturale è inscindibile.
Dopo la morte di Livio Castiglioni, Vittorio Gregotti continua la collaborazione con lo Studio Piero Castiglioni, dalla quale nascono i progetti:

  • 1979 – Italia – Milano – Villa Comunale – Padiglione d’Arte Contemporanea – Illuminazione generale
  • 1985 – Italia – Milano – Centro Culturale Formentini – “La veglia di Bach” E. Isgrò – Illuminazione generale
  • 1991 – Italia – Bergamo – Accademia Carrara – Illuminazione generale interna
  • 1992 – Italia – Milano – Neglia Showroom – Illuminazione generale
  • 1992 – Portogallo – Lisbona – Centro Culturale Belem – Illuminazione generale interna ed esterna
1992 - Portogallo – Lisbona - Centro Culturale Belem - Illuminazione generale interna ed esterna

(1992 – Portogallo – Lisbona – Centro Culturale Belem – Illuminazione generale interna ed esterna)

“Il problema era quello di affrontare la questione della monumentalità di fronte a una città che aveva una solidità storica molto forte, e di pensare, allo stesso tempo, a come occuparsi di quella parte di città. Per noi il grande problema è sempre stato non tanto quello di un monumento singolo, quanto di un nuovo insieme di città possibile, che doveva utilizzare proprio quella posizione e quell’articolarità per avere e ricevere cambiamenti e fasi diverse tra di loro al proprio interno. Abbiamo avuto molti approcci, anche diversi, perché esiste un rapporto con la piazza monumentale e con la chiesa, e un rapporto, invece, con la parte in salita, diciamo quella verso il mare ad esempio, che aveva un carattere molto diverso. Erano tutti elementi che permettevano un’articolazione, la difficoltà è stata quella di dare unità a questa articolazione.” (3)

Una sfida non facile dunque, che ne ricorda altre complementari come quella per l’illuminazione della cattedrale di Saint Pierre di Ginevra o del Chi Lin Nunnery (seguiti entrambi da Marco Petrucci)

  • 1994 – Italia – Milano – Accademia di Brera – Sala Napoleonica – Illuminazione generale
  •  2001 – Italia – Torino – Passante Ferroviario – Illuminazione generale
  • 2002 – Italia – Milano – Teatro degli Arcimboldi – Illuminazione generale interna ed esterna
2002 - Italia - Milano - Teatro degli Arcimboldi - Vista aerea

(2002 – Italia – Milano – Teatro degli Arcimboldi – Vista aerea)

Il nuovo Teatro degli Arcimboldi, nella ex zona industriale La Bicocca, un sobborgo di Milano, viene inaugurato all’inizio del 2002. La struttura dell’edificio si articola in tre volumi chiaramente riconoscibili: le aree comuni (ingresso, biglietteria e foyer), la sala, la torre scenica. Composto da una grande vetrata curva e inclinata, con una pensilina che segnala l’ingresso per il pubblico si inserisce in una piazza il nuovo progetto.

2002 - Italia - Milano - Teatro degli Arcimboldi - Hall d'ingresso

(2002 – Italia – Milano – Teatro degli Arcimboldi – Hall d’ingresso)

All’ interno la grande parete di vetro sale a tutta altezza: pilastri in acciaio scandiscono la hall che ospita la biglietteria, il bookshop, il guardaroba ed i blocchi scale. Le balconate della platea e delle gallerie si affacciano su questa area. L’illuminazione è data da apparecchi incorporati o integrati negli elementi architettonici dotati di lampade a basso voltaggio con varie potenze ed emissioni di fascio. Apparecchi in esecuzione speciale, su disegno, costituiti da una corona con 12 lampade dicroiche circondano ogni colonna in acciaio della hall di ingresso e del primo livello delle balconate: forniscono l’illuminazione generale dei locali e creano una brillante serie di riflessioni nella grande parete vetrata. Per l’illuminazione architetturale notturna, sono stati installati sulla trave centrale della pensilina di ingresso apparecchi tipo “Radius” per dare una luce forte e uniforme alla superficie della copertura, creando così un segno deciso e invitante. Pannelli di vetro, utilizzati sia per regolare la riflessione sonora sulla platea sia per diffondere la luce, forniscono una parte della luce nella sala da concerto.

2002 - Italia - Milano - Teatro degli Arcimboldi – Auditorium

(2002 – Italia – Milano – Teatro degli Arcimboldi – Auditorium)

Le pareti di legno delle balconate ospitano apparecchi ad incasso con lampade fluorescenti compatte, mentre appeso al centro della sala un grande lampadario semicircolare appositamente progettato con cinque settori di lastre di vetro stratificato, sostenuto da una struttura metallica, si avvale di 118 lampade alogene per provvedere all’illuminazione generale e zenitale della platea.

2002 - Italia - Milano - Teatro degli Arcimboldi - Vista notturna

(2002 – Italia – Milano – Teatro degli Arcimboldi – Vista notturna)

Questa opera è stato il risultato di una collaborazione stretta tra le due figure professionali, le numerose riunioni a tavolino tra Castiglioni e Gregotti hanno portato a un progetto di integrazione della luce artificiale con l’architettura.

  • 2005 – Italia – Brescia – Sbim – Illuminazione generale
  • 2006 – Italia – Casalbeltrame, Novara – Villa Gautieri – Gipsoteca – Illuminazione generale
  • 2006 – Francia – Pays d’Aix – La Sala degli spettacoli di Pays d’Aix – Illuminazione generale
2006 – Francia - Pays d'Aix - La Sala degli spettacoli di Pays d'Aix - Illuminazione generale

(2006 – Francia – Pays d’Aix – La Sala degli spettacoli di Pays d’Aix – Illuminazione generale)

Nel 2012 alla Triennale di Milano riceve la Medaglia d’Oro alla carriera riconosciuta contemporaneamente a Gae Aulenti. La Gaaae (come dice lui allungando la A) è nata il suo stesso anno e si è laureata con lo stesso maestro: Ernesto Nathan Rogers; evento che li portò a un forte legame di amicizia, rispetto reciproco e sfida continua nei concorsi nazionali e internazionali di architettura.

Venezia - Palazzo Grassi - Vittorio Gregotti, Gae Aulenti e Cesare Romiti

(Venezia – Palazzo Grassi – Vittorio Gregotti, Gae Aulenti e Cesare Romiti)

(1) Raiplay – Intervista con Vittorio Gregotti architetto e saggista italiano – 2011
(2) http://www.educational.rai.it/lezionididesign/designers/GREGOTTIV.htm
(3) L’ultima intervista a Vittorio Gregotti, dall’amicizia con Álvaro Siza all’antropogeografia a cura di Nuno Grande e Roberto Cremascoli – 22 Novembre 2017

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Questa sezione è dedicata al design e alla storia dell'architettura. Cercheremo con l'analisi storica di capire i bisogni attuali e quali saranno gli obiettivi futuri. Inoltre parleremo dei concorsi, le porte di accesso al mercato del lavoro, delle associazioni di settore e dell'indotto reale dietro le multinazionali produttrici di lampade.

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